Spesso ho sentito dire che certi atteggiamenti tipici di questa o quella razza erano diventati improvvisamente un comportamento sgradito da inibire. Spesso ho sentito proprietari appellare il proprio cane come se fosse il “ bimbo “ di casa o ricondurre certi comportamenti del cane ad azioni tipiche dell’essere umano.
Nel primo caso è evidente che non c’è una sufficiente consapevolezza della razza scelta. Nel secondo caso probabilmente non c’è la volontà di vedere il cane come un essere vivente con bisogni e necessità propri e diversi dai nostri. Mi rendo conto sia più facile interpretare i loro atteggiamenti con la nostra logica umana, ma bisognerebbe imparare a guardare il mondo “coi loro occhi”, fermarci un attimo e provare a metterci nei loro panni.
Tornando all’Akita.. ho sentito dire “deve assoggettarsi al padrone“, “qui comando io“, “sono il capobranco o l’Alfa del gruppo“.
Ma dite davvero?
Se partite così, avete già perso in partenza con un Akita.
Questa razza non ha bisogno di un “comandante“ o di un LEADER, ma di una guida sicura, di una figura coerente e decisa, di un punto di riferimento che sia affidabile e rispettoso dei suoi bisogni senza reprimere o soffocare i suoi istinti. Il limite è su un filo sottile, ma l’osservazione e la comprensione di questa razza particolare, potranno aiutarvi.
Non sarà un addestramento ad aiutarvi e nemmeno un “seduto“ o un “resta“ a darvi il controllo, non lo avrete mai al 100% e prima accetterete questa condizione e prima riuscirete a vivervi appieno il vostro Akita.
Se avete conosciuto altre razze prima dell’Akita, per favore dimenticatevi di ogni addestramento e di ogni regola che avete imparato, con loro serve ricominciare da capo. Servirà mettersi spesso in discussione e sforzarvi di leggere i loro segnali. Non è un cane per tutti, lo avrete sentito dire, ma semplicemente perché le vostre certezze potrebbero vacillare, perché sono cani senzienti, che ragionano e che sanno cosa è giusto assecondare delle nostre richieste e cosa no!
Alla fine vi ascolteranno non perché avranno smesso di ragionare su quello che gli chiedete, ma semplicemente perché avrete conquistato la loro fiducia e pertanto vi permetteranno di “decidere“ per loro.
Sara
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