Dedica a Salvatore
Ricordo quando mi dicesti che un Akita doveva dare l’impressione di avere radici che dalle zampe si aggrappassero al terreno; uno sguardo, una postura e un atteggiamento che imponessero fascino ed equilibrio. Un’armonia che rispettavi e pretendevi che tutti rispettassero, provando a mettere a fuoco quei confini che dovevano, che devono sempre restare, per rispettare la storia, le origini e le peculiarità di questa meravigliosa razza.
Ricordo con quale precisione citavi pedigree, esposizioni, cataloghi, difetti e giudizi, storie cinofile e non. 30 anni di storia a memoria, dove orgogliosamente hai visto la razza cambiare, quasi nascere, ed evolvere. L’Akita che hai sempre sognato, è sempre stato legato a quelle radici che erano i pilastri del tuo ideale, della tua passione.
Una passione che hai imposto con la forza del confronto, dell’ironia e dell’amicizia a chiunque ti è stato accanto e grazie alla quale hai sempre saputo valutare la tua strada, ripercorrere i tuoi passi e portare avanti i tuoi ideali. E quanta rabbia quando quegli ideali si appannavano davanti alle discussioni, alle “scucciolate“, ai litigi e ai giudizi dati e non dati.
Ma stai tranquillo perché oggi, quando vediamo un Akita, torna tutto limpido e cristallino, le tue parole sono rimaste, con le loro radici nella passione che hai saputo cucirci addosso.
Grazie,
Sam
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