Marco e Akira: com’è iniziata la loro avventura assieme (2)

31 Gennaio 2023 | agility, razza Akita

Di Marco Valigi

Adesso facciamo sul serio

Affrontammo la prima gara con la voglia di divertirci che portavamo in ogni nostro allenamento ed Akira andò benissimo, arrivando quarto e mancando il podio per pochi millesimi di secondo.
Ero contento, ma non mi sono buttato da subito nel circuito delle gare, per diverso tempo abbiamo continuato in nostro divertimento insieme senza pensare ad altro.Ho iniziato anche a pubblicare delle foto di Akira che faceva agility nei social; moltissime persone incuriosite mi hanno scritto per chiedere come facesse un akita a fare quello sport e mi hanno incoraggiato, ma altri mi hanno scritto per criticarmi dicendo che non era naturale per un aki

ta fare agility, che anzi era quasi una forma di violenza; altri ancora mi hanno scritto chiedendomi se avessi fatto dei fotomontaggi con photoshop.

Con la voglia di dimostrare che anche un akita poteva fare uno sport per il quale sulla carta era negato e per smentire la fama di cane fannullone e pigro che è stata attribuita agli akita ho deciso di provare a fare altre gare. Le gare successive non sono andate bene come la prima, Akira si faceva distrarre dalle molte persone presenti e finiva quasi sempre per fare eliminato, io con la voglia di dimostrare qualcosa entravo spesso in campo te
so e lui sicuramente sentiva il mio stato d’animo e questo di certo non aiutava.
In allenamento continuava ad essere il giapponese preciso e meticoloso che era sempre stato, ma in gara le cose cambiavano. Dal circuito CSEN siamo passati a quello ENCI; i concorrenti in gara erano sempre di più e le gare, con il tempo, si sono fatte sempre più impegnative.
akita agility
Akira era capace di regalare performance stupende, ma anche gare dove emergeva la testardaggine ed indipendenza tipica delle razze primitive.
Mi ricordo, ad esempio, una gara in cui iniziò a piovere fortissimo pochi minuti prima del nostro ingresso in campo ed Akira, che non ama l’acqua, dopo i primi due salti si girò e si diresse verso il cancello d’uscita facendomi capire benissimo che non gradiva gareggiare con quelle condizioni meteo. O ancora la gara dove stava facendo un giro splendido che interruppe quasi alla fine perseguire la scia d’odore di un panino fumante alla salsiccia che un concorrente stava mangiando a ridosso del campo di gara.
Le nostre gare non erano certo in discesa: bastava una giornata piovosa o troppo calda o una femmina in calore per vanificare tutto un weekend di gare.
Devo dire che a caldo, appena succedevano questi episodi, ci restavo male, ma mai una volta mi è venuto in mente di sgridarlo o di arrabbiarmi con lui, capivo che il suo impegno era grande e che comunque quello che faceva lo faceva
per passare del tempo con me e divertirsi a suo modo. Akira non è un cane da lavoro ed in tanti iniziavano a dirmi di lasciar perdere lui e di prendere un cane più adatto per lo sport per avere risultati più costanti e meno altalenanti. Io, però, non mi sono abbattuto e neanche una volta ho pensato di fermare il mio compagno di squadra e di sostituirlo con un cane più performante.
La costanza ha premiato e così sono arrivati i primi podi, le prime grandi gioie, il rendimento in gara era sempre altalenante, ma quando aveva la giornata buona Akira teneva tranquillamente tes

ta a tutti. Alcuni atleti partecipanti alle gare hanno iniziato a farci i complimenti riconoscendo la straordinarietà di Akira e delle sue performance, anche se in molti ancora ci guardavano come alieni. Con la determinazione e la passione per questo sport, che ormai era cresciuta, negli anni successivi abbiamo ottenuto risultati inaspettati: Akira ha conquistato quasi 30 podi in gare nazionali ENCI ed ha ottenuto due dei tre brevetti ENCI di agility.

Risultati che mai avrei pensato di raggiungere quando per la prima volta misi piede in un campo di agility solo con la voglia di far fare ad Akira“quattro salti”.

[Continua…]